Teneroad towards East 2024: dalla Grecia alla Russia in moto in solitaria, 16.150km 31 giorni e 23 Paesi
Grecia-Bulgaria-Serbia-Slovacchia-Croazia-Slovenia-Austria-Liechestein-Svizzera-Germania-Francia-Lussembrurgo-Belgio-Olanda-Danimarca-Svezia-Estonia-Finlandia-Norvegia-Russia-Georgia-Armenia-Turchia-Grecia.
☛ ITINERARIO IN MAPPA PREPARAZIONE VIAGGIO GRECIA-BULGARIA-SERBIA SLOVACCHIA SLOVENIA AUSTRIA-ITALIA-LIECHTESTEIN-SVIZZERA GERMANIA-FRANCIA LUSSEMBURGO-BELGIO-OLANDA DANIMARCA-SVEZIA-ESTONIA FINLANDIA-NORVEGIA RUSSIA GEORGIA-ARMENIA-TURCHIA CONSIGLI DI VIAGGIO
Idea di viaggio
Benvenuti!
Sicuramente molti di voi che stanno leggendo questo blog sono qui per la prima volta su Teneroad.com. Mi chiamo Fabio e sono un appassionato di motori, specie se hanno due ruote, e dopo molti anni passati con la mia compagna Federica a viaggiare tutti e 5 i continenti con qualsiasi mezzo (compresa la mia Yamaha XTZ Super Tenerè) ho deciso di prendermi tre mesi di aspettativa e raggiungere in moto il Giappone nei mesi di Giugno-Luglio-Agosto 2024.
Nel bel mezzo dei preparativi arriva però una magnifica sorpresa, Federica è incinta! Preso dall'emozione le dico subito che annullerò il viaggio e i preparativi, che non la lascerò sola e che affronteremo insieme questa bellissima nuova avventura!
Federica però lo sa che sto mettendo da parte un sogno, per cui mi dice dolcemente che non devo mettere da parte i sogni, ma che posso prendermi un mese sabbatico senza problemi, a patto che torniamo in Italia qualche mese in modo che lei e la piccola Sofia siano ben coccolate dai nostri genitori finché non tornerò dalla mia avventura.
Ed ecco qui il mio viaggio: raggiungerò la Russia attraversando 23 Paesi dormendo in qualche hotel o facendo semplicemente campeggio libero.
Sofia ora ha tre mesi, è perfettamente in salute, la mia compagna è in ottime mani con nonne e zie in casa, io mancherò nella sua vita per 4-5 settimane, ma le recupererò in futuro raccontando le avventure passate in giro per il mondo per essere il suo super eroe!
Preparativi
Percorso:
Come per qualsiasi viaggio, per prima cosa si sceglie il percorso. Il tempo ce l'ho, per cui decido di toccare tutti quei paesi che ancora non ho visitato in moto, come Svizzera, Belgio, Lussemburgo..giusto per completare la mappa europea dei Paesi visitati.
I chilometri sono tanti, le frontiere pure, ma l'idea iniziale è quella di stare in sella il più possibile nei paesi che ho già visitato in precedenza come i Balcani.
L'ingresso in Russia sarà al Storskog Border Station nel Circolo Polare Artico, proseguendo a sud per le città di San Pietroburgo, Mosca, Volgograd raggiungendo poi la frontiera con la Georgia, Armenia e Turchia.
Il ritorno a casa mia in Grecia è stato precisamente 31 giorni dopo la partenza.
Visti:
Un visto, quello russo, classico.
Non ho potuto prendere quello elettronico, veloce e poco costoso, perchè la guerra Russia-Ucraina ha spinto molti paesi a chiudere le frontiere terrestri, fra cui la Finlandia; motivo per cui ho dovuto richiedere il visto standard in quanto quello elettronico non permetteva il transito in tutte le frontiere, specialmente quella russo-norvegiese a Kirkenes. Il costo è di circa 250€ presso il Consolato Russo di Milano attraverso un'agenzia di visti collegata con un'altra agenzia turistica di San Pietroburgo. Durata di 10gg compresa assicurazione medica e tutela legale. Con 48€ extra ho fatto anche l'assicurazione alla moto compresa di tutti i rischi.
Pernottamenti:
Hotel e tenda.
Hotel in tutti quei paesi industrializzati dove il bivacco non è consentito o poco tollerato (praticamente da casa in Grecia a Helsinki) per poi utilizzare solamente tenda e sacco a pelo dalla Finlandia alla Norvegia, Russia, Georgia, Armenia e Turchia.
In fondo al blog tutti i consigli sulle app per gli hotel in Russia o per il bivacco e altri consigli utili per il viaggio.
Moto e accessori:
Yamaha XTZ Super Tenerè 1200.
La mia compagna di viaggio indistruttibile (mi do una toccatina), un bulldozer tutto ferro e gomma che ci ha portati in giro per Europa, Africa e Asia. La mia moto può portare qualsiasi peso o bagaglio, è affidabile e siccome non ho con me la mia zavorrina, posso tranquillamente portarmi tenda, sacco a pelo, attrezzi da campeggio e la divisa estiva, occupando solo il 60% della capienza delle borse.
La manutenzione della moto la faccio da solo. Ho cambiato le bobine, le 4 candele, filtro aria, filtro benzina (sporchissimo per i 40.000 km all'attivo), pulizia valvole, cambio olio e filtro olio, cambio olio cardano, controllo raggi, serraggio viti, cambio gomme, cambio batteria e pulizia profonda con con olio al silicone. Potrei aprire una impresa di pulizia motociclette!
Gli accessori che ho sulla moto sono: barre paramotore (che si sono rivelate davvero miracolose), paramani maggiorato, sellino gel, fari fendinebbia, parafango anteriore maggiorato, parafango posteriore, porta telefono, presa USB, paracoppa in alluminio, scarpetta al cavalletto laterale.
Come bagaglio ho un bauletto in alluminio Trekker, due borse morbide laterali waterproof, un borsone da 80lt, tenda, materasso, tanica benzina (mai utilizzata in viaggio). Per finire ho una borsa serbatoio Oxford bella grande dove tengo soldi, documenti, passaporto, ecc in modo da averli sempre a vista.
Gli accessori digitali sono i classici: portatelefono, presa 12V doppia ricarica, fotocamera, GoPro. Ho però comprato un adattatore con tutti i tipi di spine e con l'inserto per la presa di corrente del pc, per non trovarmi in difficoltà una volta entrato in Russia o in Georgia visto che dovrò lavorare per due o tre giorni. Ad oggi posso dire che è stato inutile perchè le prese sono simili alle nostre e non servono adattatori in nessuno dei Paesi visitati!
Valute e pagamenti:
Sia a Salonicco che in Italia ho provato in tutti i modi di cambiare gli Euro con i Rubli, ma non c'è stato verso, nessuno li ha e potevo immaginarmelo. Gli hotel in Russia li ho prenotati e pagati online con l'App Ostrovok visto che a causa della guerra hanno bloccato tanti siti come Booking. L'idea era quella di varcare un confine con in tasca la valuta del paese in modo da evitare rischi, perdite di tempo, fila al bancomat, e di procedere senza impedimenti. L'unica valuta che sono riuscito a cambiare sono gli Euro-Lira Turca perché alle frontiere turche è più difficile cambiare i soldi.
Durante i preparativi mi e venuta la brillante idea di comprare online le vignette per la Slovenia e per la Svizzera qui per risparmiare tempo e poter proseguire senza fermarmi negli uffici.
Di seguito le varie tappe. Il viaggio è stato tranquillo fino alla Cecenia per poi trasformarsi in una vera e propria avventura!
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Grecia-Bulgaria-Serbia
Si parte!
Quante volte ho detto questa frase tra me e me quando montavo in sella per girare i Balcani, o la Francia, o la Turchia. Questa volta però sono più emozionato, quasi spaventato. Ho tutti i documenti in regola, ma ciò non toglie che il governo russo o quelli confinanti possano decidere di chiudere le frontiere terrestri in qualsiasi momento, però dico a me stesso che non posso prevederlo e che, comunque vada, al massimo cambierò strada.
E' l'1:00 del mattino di luglio e la temperatura qui a Salonicco è gia fastidiosamente alta. Il pieno l'ho fatto il giorno prima, la moto si accende, i dispositivi sono collegati, apro un pò il gas e comincio a muovermi... solo quando sei veramente in sella alla tua moto, che fai i primi chilometri, realizzi che sei veramente partito per il tuo viaggio dei sogni (anche se più corto del previsto). Mi dirigo per l'ennesima volta in direzione Sofia passando la frontiera greca-bulgara in 4 minuti - viaggiando di notte si fa prima - una frontiera semplice dove puoi superare tutti se hai una moto e arrivare prima ai controlli. Qui i controlli sono veloci, il personale cordiale, mentre nessuno mi ha fermato dalla parte bulgara, per cui sono entrato in un baleno. La strada è molto bella, ci si addentra nei boschi, la temperatura si abbassa notevolmente e in qualche tratto il percorso è pieno di curve.
Anche la frontiera con la Serbia si rivela efficiente, personale cordiale, e in meno di 5 minuti sono entrato in Serbia, la piccola Svizzera dei Balcani. Le strade come sempre sono perfette, i panorami bellissimi e dopo circa 3 ore giungo a Belgrado. La capitale mi sorprende, è curata, tutti si fermano per farti passare sulle strisce, il popolo è giovane, e ci sono un sacco di vie carinissime tutte colorate. Il mio appartamento è in pieno centro, proprio dietro l'imponenete edificio dell'Assemblea nazionale della Repubblica Serba.
Dopo aver girato a piedi per la città e scattato qualche foto, mi sono imbattuto in via Ulica Skadarska, strapiena di localini e barettini tipici, molto curati e colorati. Ho preso una birra locale per 3,5€. A cena un panino per strada simile ad un hamburger e via a letto. La traversata notturna mi ha messo ko e devo riprendere le energie con una bella dormita.
Domani si entra in Slovacchia, precisamente a Bratislava.
Slovacchia (Bratislava)
La tappa a Bratislava non era prevista, essendo partito per errore un giorno prima del previsto (tanto era l'entusiasmo), ho deciso di fermarmi qui in Slovacchia e allargare un po' il percorso.
L'hotel che ho scelto in realtà è una serra convertita in b&b, dove il materasso è stato appositamente messo sopra un tavolo alto dove prima c'erano le piante. Il proprietario è un signore simpatico e mi dice che se voglio uscire con la moto devo poi chiamarlo per farmi riaprire. Essendo arrivato tardo pomeriggio non mi piace dover suonare per rientrare, motivo per il quale ho scelto di cucinare un pasto precotto con il mio fornellino da campeggio sul retro della serra in mezzo al verde e rimandare la visita a Bratislava al giorno dopo. Il mattino seguente arrivo verso il centro città, parcheggio la moto e cammino per le viuzze. Sembra tutto bello tranquillo, anche troppo, trovo tutto chiuso (forse ho beccato un giorno di festivo?) per cui faccio qualche foto ai vari monumenti e piazze per poi ripartire. Quello che mi ha colpito maggiormente della Slovacchia, è la quantità immensa di pale eoliche che ho trovato sulla strada che confina con l'Austria, una mare di pale eoliche mai vista in vita mia! Le strade come sempre sono perfette e con tanto verde attorno.
Slovenia (Lago di Bled)
Questa era una tappa tanto desiderata! Il lago di Bled era una vita che volevo vederlo. Da Bratislava proseguo in direzione Slovenia, la vignetta l'ho gia pagata digitalmente tempo fa, quindi l'ingresso è veloce e senza soste. La Slovenia si presenta in tutta la sua bellezza, asfalto nero, clima fresco tra le montagne e strada ricca di curve. Arrivo al lago di Bled strapieno di turisti che camminano sulle rive del lago o pedalano sulla pista ciclabile. La colonna di auto mi rallenta notevolmente, ma mi faccio largo sorpassando a destra e sinistra, finché esausto e accaldato parcheggio alla buona dietro una fermata del bus, prendo il mio telo da bagno e le infradito, lo stendo sul prato e mi tuffo! Niente di meglio di una nuotata rigenerante. Dopodiché seguo il percorso che porta ai vari punti panoramici dove scattare le foto (facilmente lo si trova su Google Maps) e poi mi prendo una bella birretta locale con vista lago.
Austria-Italia-Liechtestein-Svizzera
La mattina seguente la temperatura è veramente piacevole e un bel fresco mi da il buon giorno mentre preparo le borse e le carico sulla moto. La strada mi fa varcare il confine Slovenia-Austria in quota passando dentro la bellissima Naravni Riserva, mi diverto con le sue curve strette e l'asfalto perfetto fino a raggiungere la strada sottostante che gode di un paesaggio indimenticabile sulle montagne del Tricorno. Le montagne sono imponenti e ogni tre per due mi fermo a fare una foto.
La vignetta in Austria l'ho già pagata digitalmente prima di mettermi in viaggio, per cui vado tranquillo. Ad un certo punto varco il confine con l'Italia, il traffico diventa pesante e percorro una strada già fatta in un viaggio precedente che ci ha portato in Austria e poi ai castelli tedeschi. La Val Pusteria si mostra in tutto il suo splendore ma il traffico rallenta tantissimo la guida, per cui procedo a zig zag tra le macchina e mi fermo all'ombra di un parco quando il caldo si fa insopportabile. Successivamente rientro in Austria per poi passare in Liechtestein, piccola nazione (piena di anziani pensionati) ma tenuta benissimo, strade perfette e tanto verde intorno. Verso pomeriggio mi ritrovo subito in Svizzera!
Da tanto ci volevo andare ed eccomi qui. Pensavo di poterne fare solo un pezzo minuscolo, ma in realtà mi trovo a passare nel bel mezzo del Parco Nazionale del Fuorn, incantevole la vista delle montagne e dei suoi villaggi. Dopo una pausa moka-caffè tra i monti, scatto diverse foto a questi paesaggi fatati, case tipiche svizzere e prezzi elevati di ogni cosa, dalla benzina alla bottiglietta d'acqua da 5,50€.
Comunque sia, la Svizzera è una vera e propria chicca da scoprire, ma attenti alla polizia!
Germania-Francia
La notte in ostello in Svizzera (ma con camera privata) si rivela migliore del previsto. Silenzioso, pulito e con parcheggio privato. La mattina seguente percorro la strada che costeggia il Lago di Costanza, i prezzi calano per cui faccio il pieno di benzina e di cibo per la giornata.
La direzione è Shloss Thorn in Germania dove ho già prenotato una stanza singola proprio nel centro storico di questo borgo al confine con il Lussemburgo. Il tragitto è tranquillo, tra villaggi tedeschi e francesi che sono una meraviglia, le strade perfette, i prati curati e le rotonde ricche di ortensie. Anche se la Francia l'abbiamo girata in moto in lungo e in largo non smette mai di sorprendere per la sua tranquillità e il perfezionismo delle case in muratura con le travi di legno in vista, spesso con colori accesi che sembrano quelle dei cartoni animati.
Un luogo carino da vedere è il monumento ai caduti della guerra del 1870 a Reichshofflen (qui), dove l'Alsazia e la Lorena passarono in mani tedesche per i successivi 48 anni.
Inoltre, qui attorno ci sono tantissimi bunker che fanno. parte della Linea Maginot che è un complesso integrato di fortificazioni, opere militari, ostacoli anticarro, postazioni di mitragliatrici, sistemi di inondazione difensivi, caserme e depositi di munizioni realizzato dal 1928 al 1940 dal governo francese a protezione dei confini che la Francia aveva in comune con il Belgio, il Lussemburgo, la Germania, la Svizzera e l'Italia. Il sistema è caratterizzato dalla non contiguità delle varie componenti, [..] le varie componenti fortificate utilizzano non solo il tiro diretto, ma anche quello fiancheggiante e quello indiretto. Prende il nome da André Maginot, veterano della Grande Guerra, che ne propose la costruzione. Fonte Wikipedia
Per tutta la giornata, la strada locale che ho seguito per arrivare in hotel, passava per la Francia, poi Germania, poi Francia nuovamente per finire in Germania ai confini con il Lussemburgo. Per cui ogni tot km cambiavano le lingue sui cartelli stradali, i vari colori, i prezzi, ecc.
Anche questa strada a cavallo tra più confini è stata una bella esperienza.
Lussemburgo-Belgio-Olanda
Dalla camera del mio hotel a Shloss Thorn basta attraversare il ponte sul fiume Mosella per essere in Lussemburgo, il tutto in circa 5 minuti di moto.
Prima di attraversare il ponte mi. cucino una. zuppa e un pezzo di carne con il. mio fornellino, che si rivela sempre utilissimo!
La benzina in Lussemburgo costa 1,47€, la 102 ottani! Per cui faccio il pieno e mi dirigo anche al supermercato dove i prezzi sono molto bassi.
Lussembrurgo e Belgio scorrono veloci, le strade sono ricche di curve, la temperatura è piacevole. La città che ho voluto visitare è Liegi, che si rivela molto carina e curata ma non mi ha fatto un grande effetto, soprattutto perché in centro non girava all'apparenza bella gente. Merita però una visita la Chiesa di Saint-Jacques, molto suggestiva e ricca di particolari, e la Cattedrale di Liegi. Il centro è piacevole da girare, ci sono viuzze antiche che ti riportano nell'800 e tanti giovani nei vari caffè.
La meta finale della giornata è l'Olanda, che abbiamo girato per bene a Gennaio 2019 toccando tutte le città fino arrivare al Mar del Nord (qui il blog dedicato). Ci è piaciuta tantissimo e girarla nel 2024 in moto è emozionante. L'Olanda ad oggi è l'unica nazione ad avere più biciclette che abitanti ed è risaputo che le strade sono a misura di ciclista. Quasi tutti possiedono una bicicletta e ci sono vere e proprie strade dedicate solo a loro e ai motorini (si, i motorini non sono in mezzo alla strada rischiando di essere travolti ma viaggiano nelle ciclabili, incredibile!). Ci sono molte zone dove i limiti sono 60km/h e ogni volta che si entra in un paesino i limiti calano drasticamente, con torrette elettroniche di controllo di velocità ad ogni ingresso. Le case sono tutte tipiche, in mattoncini rossi, il giardino pieno di fiori e le aiuole cittadine curate nei particolari.
C'è però un posto che vorrei visitare nuovamente, che avevo visto nell'inverno 2019. Si chiama Giethoorn ed è un luogo incantato, una meta obbligatoria per chi visita l'Olanda. Questo paesino non ha strade ma canali, per cui si lascia la moto o macchina in un grosso parcheggio per poi entrare a piedi. Da una sponda all'altra ci sono dei piccoli ponti che entrano direttamente nel giardino della propria casa privata, con giardini verdi e ortensie in ogni dove. Sotto al ponte ognuno ha la sua barchetta per girare tra i canali, che in inverno ghiacciano e i ragazzi ci pattinano allegramente sopra. In inverno l'atmosfera è magica e anche d'estate sembra di stare nelle favole.
Finita la visita noto con dispiacere che è tardi, ma persisto a viaggiare villaggio per villaggio e con calma arrivo al campeggio Minicamping de Grutte Earen gestito da madre e figlia. Un campeggio enorme, ci sono fattorie e coltivazioni, parchi dove parcheggiare il proprio camper o tenda, bagni enormi dentro questi capannoni riconvertiti. Loro sono gentilissime, io ho scelto una camera privata allestita dentro a questo container con terrazzino. Dentro ho cucina, letto matrimoniale, frigorifero, bollitore ecc, e la moto parcheggiata a fianco. Inutile raccontarvi dei ragni enormi per fortuna fuori dalla porta e le migliaia di zanzare pronte a uccidermi! Però nel complesso sono stato molto bene.
...al momento il viaggio prosegue liscio e senza intoppi, giustamente siamo nei paesi più ricchi e avanzati d'Europa e non potrebbe essere diversamente🙂
Danimarca
L'ingresso in Danimarca sancisce perfezione e rigore. I limiti vengono rispettati da tutti (tranne che da me). I pedoni e ciclisti hanno la precedenza su tutto, anche qui ad ogni ingresso in paese c'è la colonnina elettronica di rilevazione di velocità, dossi e strade colorate di rosso nella parte centrale. Nel 2020 abbiamo visitato Copenaghen dopo il viaggio in Norvegia e Polonia ci sarei ritornato volentieri, ma sto viaggiando senza autostrade e mi piace vedere i paesini, la gente che cammina e conoscere persone del posto. Non sono un fan delle grandi città.
La mattina seguente, moka di caffe e via che si riparte fino al secondo campeggio vicino al Parco Nazionale del Mare di Wadden. Qui faccio la conoscenza di una coppia di olandesi che stanno viaggiando con la propria auto. In pratica si dorme in queste casettine di legno a 19 Euro dove nel ripiano di sopra si stende il proprio sacco a pelo, sotto ci sono tavolini e sedie mentre fuori ci sono delle grandi terrazze dove vedere il tramonto. C'è bagno e cucina in comune, un campo da calcio, giochi per bambini, un campo con gli scacchi giganti, bbq, e tanti altri servizi. E' stato uno degli alloggi più belli del viaggio ed ho potuto cucinarmi le orecchiette al pesto dentro la piccola cucina del campo.
Svezia
Della Svezia ho visto la parte sud, fino a Malmo, dove ho preso il traghetto per Tallin, Estonia. La parte più interessante della tratta Danimarca-Svezia sono stati i due ponti che collegano la terraferma con le isole e il tunnel marino sotterraneo che collega i due paesi.
I due ponti in questione sono lo Storebæltsbroen e il Ponte di Øresund, con relativo pedaggio (circa 15 euro quello di Oresund se mi ricordo bene). Molto bello passarci sopra, circondato dall'azzurro del mare in una bella giornata di sole.
L'arrivo in Svezia non mi suscita molte emozioni, mi dirigo in direzione Brosarp dove faccio il mio primo camping selvaggio. Le strade come mi immaginavo sono perfette, i paesini pure e inizio a stancarmi di tutta questa perfezione. Ho bisogno di avventura e paesi disagiati, nonchè economici. Però il fatto di dover campeggiare in un bosco, è già di per sè un'avventura per cui mi dirigo in direzione del punto salvato sull'App Here we Go (dove ho scaricato le mappe offline) ma il punto preposto è nel giardino di una casa privata. Mentre faccio dietro front mi passa davanti un capriolo bellissimo, dovrei essere riuscito a filmarlo con la Go Pro sul casco!
Trovo comunque il posto perfetto dove accamparmi, mi preparo la cena con il mio fornellino e cibo liofilizzato, mi metto in tenda, lavoro un po al pc e dormo beatamente.
Il mattino seguente, dopo un bel caffè, riparto in direzione Kallpeskar dove alle 21 ho il traghetto per Tallin con notte in cabina.
Estonia (Tallin)
I traghetti Finlandesi non hanno nulla a che vedere con quelli della tratta Ancona-Igoumenitsa o simili. Sono efficienti, puntuali, puliti e all'interno non mancano attività gratuite quali il Bingo o i cantanti dal vivo, con le persone che bevono e ballano per tutto il tragitto. Anche le cabine sono confortevoli, ho dormito bene e ho mangiato bene (buffet a 23 euro dove si può mangiare di tutto). Il check in è veloce, basta scaricare l'App dedicata della propria compagnia, consegnare i doc al personale e dirigersi al terminal preposto.
A Tallin ho preso un bel appartamento per 46 Euro dotato di tutti i confort quali lavatrice, cucina fornita, frigorifero, asciugatrice, ecc, nonchè una posizione centrale ma vicina al porto dove prenderò il traghetto per la Finlandia. Ho la giornata libera e il tempo per visitare con calma la città che, essendo piccolissima, si può visitare in poche ore completamente a piedi. Per prima cosa ho fatto colazione al NOP Cafè and Shop vicino casa, gestito per lo più da donne, veramente carino e ben recensito. Successivamente mi sono spostato all'interno delle mura storiche dove ho visitato la Sauna Tower, Chiesa di Sant'Olav, The Three Sisters building complex e il Viru Gate ovvero l'accesso al centro storico molto carino, dove poter passeggiare, prendere un caffè o una birra.
La visita alla fine è stata veloce, essendo Tallin molto piccolina, però è davvero carina, si cammina bene e la gente è tranquilla.
Prima di tornare in hotel sono passato al supermercato per i rifornimenti, compresa la benzina vicino casa. Devo dire che l'Estonia ha aumentato parecchio i prezzi avvicinandoli ai nostri, quando qualche anno fà si facevano affari migliori a detta di chi ci è già stato in precedenza.
Finlandia
Questo si che è un posto meraviglioso!
Quando il traghetto attracca a Helsinki, per uscire dalla città il navigatore ovviamente mi constringe a passarci in mezzo, almeno ho. visto un pò' della città, molto moderna ma anche simpatica, con un monumento chiamato Bad Bad Boy che fa la pipi e dove tutti si fotografano sotto alle chiappe!
La temperatura è abbastanza alta, ma da oggi non ci sono più programmi: ho la libertà assoluta di percorrere quanti km desidero e dormire dove capita. Per cui punto dritto a nord per visitare il villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi e arrivare in Norvegia.
Appena fuori Helsinki, becco la prima vera pioggia (a Tallin poco poca), per cui guido un paio di ore con il completo anti piogga, ma per fortuna il sole asciuga tutto.
I due/tre giorni in Finlandia si rivelerano magici! Percorrere le strade con la moto, tra le curve, i boschi, i laghi e campeggiare fronte mare non ha prezzo! Arrivato a nord ho trovato laghi con sabbia bianca dove la gente locale prende il sole e fa il bagno, non lo dimentichero mai.
Inoltre, tanto off road nelle foreste mi ha fatto divertire come un ragazzino.
Il villaggio di Rovaniemi, come mi aspettavo, è solo una macchina da soldi con prezzi folli. Babbo Natale non l'ho visto, ma ho comprato i regalini per la mia compagna e mia figlia, cosi le racconterò che suo padre è andato in moto da Babbo Natale a prenderle direttamente i regali!!
In questi giorni ho sempre dormito in tenda lungo i laghi, svegliandomi con panorami bellissimi e una quiete impressionante. Qua e là spuntavano anche le alci!!!
PS: i benzinai, almeno quelli che ho trovato io, offrono connessione WiFi gratuita.
Spesso con un caffè riuscivo a lavorare un paio di ore con connessione gratuita, prese elettriche dove caricavo tutti i dispositivi e servizi igienici. Ottimo servizio!
Ho anche incontrato tre italiani in motocicletta!
Border Norvegia-Russia (Storskog Border Station, clicca per la posizione)
Erano mesi e mesi che fantasticavo su questa frontiera, leggevo recensioni e la mia mente faceva cupi pensieri e fantasie. A Kirkenes ho conosciuto il proprietario di una stazione di servizio (2 euro al litro) che ha vissuto 12 asnni in Sicilia e parlava italiano.
Prima di accamparmi vicino al confine guardavo quel tunnel e mi immaginavo la frontiera al di là, come uno stargate, chiedendomi quali controlli avrebbero fatto su di me, sulla moto, cosa mi avrebbero chiesto e se mi dovessero rifiutare l'ingresso??
Visto che stava per arrivare la notte, dopo un giro in città, ho cercato un posto appartato dove piantare la tenda e cucinare qualcosa, l'indomani non avevo fretta visto che la frontiera apre alle 9 e chiude alle 17.
PS: il visto elettronico, facile ed economico non è valido per questo confine terrestre, perché questo tipo di visto può essere letto da sistemi informatici in specifici border (verificare sempre gli aggiornamenti su internet) per cui ho preferito un visto standard più costoso che ho richiesto attraverso un'agenzia in Italia, spedendo il passaporto dalla Grecia.
L'indomani alle 8.30 sono già davanti al cancello, con me una sola auto. Quando si aprono i cancelli varco l'ingresso in punta di piedi con la moto, cercando di non attirare nessuna attenzione. Entro nell'ufficio norvegiese dove controllano il visto russo e di fuori un addetto mi chiede se ho con me un drone. Alla mia risposta negativa mi chiede gentilmente quanto contante ho portato dietro per 10 gg (450 euro) e il percorso che intendo fare.
Superato il primo check, arriva la frontiera russa. Mi fermo con la moto e una ragazza gentile mi fa aprire il bauletto, rovista velocemente e mi dice di portare tutte le borse all'interno dell'ufficio e con mia grande sorpresa vengono scannerizzate dentro un macchinario simile a quelli che hanno negli aeroporti, per cui la paura che mi facessero svuotare le borse è svanita per fortuna! Più che altro per la perdita di tempo.
Come prima cosa mi fanno compilare un modulo, in doppia copia, che sbaglio due volte ma il tipo si mette a ridere. Una volta passato, prendo le valigie che hanno controllato ai raggi x e vado alla scrivania di un altro signore simpaticissimo che mi fa compilare un documento in doppia copia con tutti i dati della moto e del primo soggiorno notturno in Russia. Al chè sono andato in crisi, gli ho detto che in base al meteo e alla destinazione avrei prenotato un hotel (non volevo dirgli che avrei campeggiato!!), finché lui non ha preso il foglio e ha scritto il nome di un hotel a caso a Murmansk.. eh bravo il nostro amico!!
Prima di uscire, mi fanno conservare un piccolo tagliandino con le informazioni da me scritte, che loro chiamano carta di immigrazione, e che una volta uscito dal paese verrà trattenuta dall'ultima frontiera, per cui non va perso!
Infine, mi danno un cartellino plastificato con un numero che dovrò consegnare al soldato che aprirà la sbarra per il mio ingresso ufficiale nel paese, che avverrà pochi minuti dopo! Dopo circa 2 ore di procedure in frontiera sono finalmente in Russia!!!!!
Frontiera Russa
Premessa: in Russia nessuno parla inglese!! Questa cosa la devo dire subito perchè per tutti i dieci giorni ho parlato a gesti e nemmeno con quelli capivano.
L'ingresso in Russia è emozionante, la mia e-sim prepagata con Yesim funziona subito e ricevo notifiche da tutti i social, dalle mail di lavoro e da varie applicazioni, per cui penso che le restrizioni siano farlocche oppure che siano state eliminate recentemente dal governo. Scoprirò successivamente a Mosca, che in qualche modo le e-sim aggirano le restrizioni, ma al contrario, se si va in negozio con passaporto a fare una sim fisica locale si è invece soggetti alle restrizioni governative.
Ne ho la conferma appunto a Mosca, a pranzo con un amico e la sua ragazza, lui per entrare su Facebook per farmi vedere delle foto aveva attivato la VPN, quando invece l'ho fatto io, mi ha fatto notare che a me non serviva.
Oltre a questo, come premessa vorrei anche dire che le app Ostrovok o ZenHotel possono essere utilizzate per prenotare alberghi in Russia (e non solo) pagando online con la propria carta di credito, sicuramente perchè avranno conti correnti esteri senza restrizioni.
Detto ciò, una volta entrato in Russia, mi ritrovo completamente solo a percorrere il circolo polare artico russo, che è esattamente speculare alla Norvegia e Finlandia, per cui laghi e foreste, strade ricche di curve con diversi sali scendi. MI fermano ad un primo posto di blocco militarizzato in quanto vicini alle frontiere, mi chiedono i documenti e quando vedono che un italiano in moto è entrato in Russia dalla frontiera norvegese fanno mille chiamate per capire come comportarsi, ma alla fine mi augurano buon viaggio. Avendo dei pregiudizi sulle stazioni di rifornimento, benzina sporca e con pochi ottani, avevo fatto il pieno in Norvegia insieme alla tanica da 5lt. Niente di più falso, i benzinai sono capillari nel territorio e la benzina ha 95 ottani, solo che prima di fare rifornimento si deve andare a pagare e comunicare quanti litri servono e il numero della pompa, in questo modo loro attivano il rifornimento per i litri richiesti. Primo pieno, 12 euro.
Secondo pregiudizio, il contante. Ho cercato invano di farmi cambiare gli euro direttamente in Europa, pensando di fare fatica a trovare chi mi cambiasse i soldi a causa delle restrizioni. Ho impostato la prima banca su Maps e nel giro di 20 minuti sono uscito con i Rubli in mano. In meno di un ora sono ok: serbatoio pieno, internet e le app funzionano e ho tutto il contante necessario.
Murmansk: la zona nord della Russia, ovvero quella di Murmansk è ricca di storia, soprattutto per l'Operazione Barbarossa quando i tedeschi volevano conquistare il porto della città ma si dovettero ritirare a causa del clima proibitivo, della cattiva manutenzione stradale e dalla resistenza delle truppe sovietiche. Sulla strada principale che porta a sud (R-21/P-21) non mancano i vari cimiteri di guerra ben tenuti, tutti inerenti al periodo 1941-1944. Sono passato anche per la città di Sputnik, un'altra città tra le tante militarizzate, ma tranquille.
Per tutta la giornata guido emozionato, i russi girano con. vecchissime auto, ma non mancano auto più recenti. Fanno la comparsa le prime Lada e Uaz, di cui mi innamoro subito! Purtroppo mentre bevo un caffè ad una stazione di servizio, noto che il cardano è sporco di olio ed ha perso olio anche sulla ruota posteriore.
Decido di proseguire e di curarmene successivamente.
Il primo hotel è un campeggio, con bellissime casette prefabbricate che scopro poi essere ubicate nel parcheggio della strada principale! Però tutto è confortevole, ho la doccia e riscaldamento in quanto di notte fa freddo e la moto e parcheggiata davanti alla porta. Per cena ho voglia qualcosa di buono e cerco un ristorante locale ben recensito, lo trovo e vedo tra le foto una bistecca con osso al bbq che sarà mia. Mi fiondo dopo essermi lavato ed esco vestito leggero, errore madornale perché la temperatura scenderà notevolmente nelle ore successive. Al ristorante c'è questo ragazzo che ovviamente non parla una parola di inglese e non capisce i gesti, gli scrivo con il traduttore e gli faccio vedere la foto, dopo 20 minuti capisce che voglio mangiare, la bistecca con l'osso!
Sapendo che sono italiano ha ben pensato di mettere musica italiana in tutto il ristorante con brani di Toto Cutugno e compagnia bella ed io ho fatto molta fatica a fingere di apprezzare.
Bisteccona con osso, insalata, pane armeno, birra al prezzo di 9,5 Eur
San Pietroburgo
San Pietroburgo: la strada per arrivare in questa meravigliosa città passa in mezzo al verde delle foreste con un clima molto piacevole. Arrivare in hotel in pieno centro (dietro l'Hermitage) richiede una certa dose di impegno per districarsi nel traffico e sopportare il calore della moto. Mentre aspettavo che la proprietaria aprisse il cancello, i russi mi facevano le foto alla moto e qualcuno ha voluto fare la foto anche insieme a me, sembravo una celebrità.
L'hotel ha il parcheggio nel cortile interno ed è praticamente un grande appartamento
con diverse camere, due bagni in comune, cucina e salotto. E' praticamente un ostello. Dopo il classico controllo documenti e registrazione dei miei dati (chiedono passaporto, foglio di immigrazione della frontiera) mi dirigo subito all'Hermitage dove con 5 euro di biglietto posso visitare il museo ed i suoi giardini. Questo magnifico museo d'arte ospita opere di Caravaggio, Leonardo da Vinci e Van Gogh solo per citarne alcuni e in origine faceva parte della residenza imperiale che ospitava gli Zar Romanov.
Dopodichè vago per la città, lungo il canale e i ponti, ammirando la bellissima architettura di questa città piena di giovani, dinamica e cosmopolita.
Inoltre, merita assolutamente una visita la Cattedrale St. Isaac, che si trova vicino all'Hermitage, dove anche qui si paga il biglietto per accedervi. Consiglio caldamente di comprare i biglietti in anticipo per evitare le code. Per chi volesse, si puo comprare il biglietto per accedere alla cupola dorata alta piu di 100mt dove ammirare la città. Si tratta anche della cattedrale più alta di tutta la città dove si sono celebrati importanti avvenimenti degli Zar.
Per stare in tema di cattedrali, non si può non menzionare la Savior on the Spilled Blood, che già dal nome fa venir voglia di visitarla. Sono arrivato qui la mattina della partenza da San Pietroburgo, cominciava a piovere per cui ho solo fatto una foto con la moto, oltretutto era chiusa visto l'orario (poco dopo l'alba). Da fuori è bellissima, difficile non notare tutti i dettagli e i colori.
Destinazione Tver: la mattina della partenza da San Pietroburgo a Mosca pioveva a dirotto. Ho scelto a caso un paesino poco prima di Mosca per non spararmi tanti km sopra la moto visto che le chiappe cominciavano a farmi male sul serio.
Dopo circa 300 km di viaggio e pioggia intensa, l'acqua era entrata persino nelle mutande visto che l'antipioggia non teneva più. Ad un certo punto la proprietaria di casa di San Pietroburgo mi manda un messaggio su whatsapp (la notifica la sento con l'interfono) con la bellissima foto del mio passaporto nelle sue mani!
Mi fermo.
Urlo.
Quasi piango.
Bestemmio quasi piangendo.
Devo tornare indietro di 300 km dopo averne fatti 300 e rifare da San Pietroburgo a Tver. Significa 1200km e sono già fradicio.
Prendo l'autostrada a palla e quando arrivo a San Pietroburgo la città è in preda ad un nubifragio, le strade allagate, le auto che mi lanciano tsunami d' acqua che entra dentro il casco (aperto perché appannato) e facendomela bere. Arrivo a piedi in hotel dove mi aspetta la signora sotto un portico sempre sotto una pioggia torrenziale incessante, dove mi allunga il passaporto che nascondo sotto la giacca ma che purtroppo si bagnerà inesorabilmente. Mi do del coglione cento volte, ma sono cose che capitano soprattutto quando si viaggia per tanto tempo cambiando decine di hotel. La giornata si conclude con le chiappe rotte, infreddolito e stanco morto. Non arrivo a Tver ma mi fermo poco prima nel primo hotel disponibile su Ostrovok dove una doccia calda mi rimette al mondo e mi butto nel letto. Se mi avessero dato la possibilità di teletrasportarmi a casa probabilmente lo avrei fatto per la stanchezza e l'incazzo.
Il giorno dopo sono pochi km per arrivare a Mosca, dove riposerò due giorni in giro per la città e si riveleranno fantastici.
Mosca
I 180km che mi separano da Mosca li mangio in un paio di ore. Ho appuntamento con Tzack alla stazione dei bus, dove mi accompagnerà lui stesso con la moglie Fatima in appartamento. Ho preso casa in zona centrale, loro mi hanno aiutato con i bagagli e con la comunicazione con il proprietario (nessuno parla mai inglese) eccetto Tzack che è metà canadese.
Il mio arrivo a Mosca:
Sebbene abbia un bel appartamento fornito, decidiamo di mangiare al ristorante del fratello di Fatima (ristorante di qualità), dove mi offrono il pranzo costituito da uno squisito piatto di paccheri al pesce!
In macchina facciamo il giro dei vari palazzi, dall'Ambasciata Americana al Palazzo di Giustizia e tutti quelli che ospitano i vari ministri o che in qualche modo. sono importanti. Ancora oggi la maggior parte di questi palazzi conserva l'architettura sovietica. Curioso il palazzo lungo 1km e alto pochi piani! Mosca è grande ma è molto meno caotica di tante altre capitali che ho visitato.
Finalmente arriviamo nella famosa Piazza Rossa e al Cremlino.
La Piazza Rossa è una delle più grandi del mondo, da qui partono le vie che si espandono per tutta Mosca fino a diventare autostrade. Dopo una lieve pioggia un arcobaleno ci regala degli scorci meravigliosi. Arriviamo anche al Lobnoe Mesto che si trova di fronte alla Cattedrale di San Basilio. In questa torretta in pietra, Ivan il Terribile teneva i discorsi in piazza e si celebravano eventi importanti per la città. Successivamente diventò teatro di esecuzioni. Vicino a questo monumento c'è il Mausoleo di Lenin e il grande magazzino Gum illuminato splendidamente.
Dopo la bellissima visita alla città passiamo alla metropolitana di Mosca - che a detta dei miei amici - è come un museo sotterraneo. Ed infatti è cosi, sono rimasto stupito dalla straordinaria bellezza di questa metropolitana, che ospita architetture antiche, monumenti e fermate storiche. Ci facciamo un giro per le varie stazioni che in totale sono 236 di cui 44 patrimonio culturale della Russia. La stazione Kievskaja è una delle più belle, ricca di dettagli quali dipinti a rilievo sui soffitti e lampadari degni di nota, sembra quasi di stare in una villa ottocentesca. La linea Kol'cevaja è tra le più famose per l'architettura stalinista e la leggenda narra che Stalin, mentre sorseggiava il caffè, depose la tazzina sulla tovaglia osservò la macchia lasciata e suggerì la linea circolare della metropolitana, che ad oggi rimane appunto la prima linea della metropolitana di Mosca a disegno circolare. Ne abbiamo visitate anche altre, tra cui la barocca Linea Kol'cevaja, l'elegantissima stazione Prospekt Mira, quella in stile Art Deco di Mayakoskaya con le strutture ad archi e uan elegante illuminazione, Ma la più spettacolare secondo me è Ploschad Revolyucii ricchissima di statue di bronzo, tra cui quella del “cagnolino del soldato di frontiera”, con la credenza diffusa che accarezzarne il naso porti fortuna, difatti per fare una foto ci ho messo una vita!!
Dopo la visita alla metropolitana, in cui circolano circa tre miliardi di persone all'anno, facciamo due passi lungo il fiume fino alla terrazza panoramica. Mosca di sera è un tripudio di luci e colori che raramente si vedono. Potrei dire che è quasi più bella di sera che di giorno,..e di giorno è stupenda!
Per cena decidiamo di andare in un tipico ristorante che si chiama Taverna Taras Bulba: è molto folkloristico, accogliente e abbiamo mangiato specialità culinarie moscovite. Il tour via nave sul canale in programma, lo rimandiamo perchè comincia a fare freddo.
Durante la cena ci hanno raggiunto un'altra coppia, lui motociclista e fino poco tempo fa faceva lo skipper in giro per il mondo finché al largo della costa africana, in una notte tempestosa, è finito in mare tra le onde e lo hanno salvato per miracolo. Il ritorno in appartamento è stato altrettanto bello, chiacchiere a volontà mentre si passeggiava per Mosca, foto ricordo con intruso (una ragazza in monopattino che passava di li) e poi tutti a dormire.
Giornata fantastica che mi ha fatto dimenticare la brutta esperienza del giorno prima.
L'indomani mattina, avevo appuntamento con Tzack al suo capannone dove lavora e fa i lavorettii alla sua BMW super modificata e piena di problemi. Lui è un grande viaggiatore off road e la sua BMW ha visto più fango che benzina. Qui posso fare la manutenzione ordinaria alla moto, visto che ho con me l'olio motore. Ho superato di poco i 10.000km per cui ne ho davvero bisogno.
Munito di guanti e attrezzi, faccio il cambio olio in pochi minuti; per fortuna che lui ha la vaschetta per lo scarico ed il contenitore, altrimenti sarei dovuto andare in giro per la città a smaltire il tutto.
Ma qui arriva un problema ben più grosso, Qualche giorno prima avevo notato una consistente perdita di olio dal cardano, per cui avevo deciso di stringere meglio il bullone del tappo di scarico visto che la perdita proveniva da li. Vedendo un distributore di benzina, mi ero fermato a chiedere se avessero la chiave a cricchetto per stringere il dado e un signore gentilissimo mi aveva stretto il dado. Ora però, mentre controllo la moto da Tzack, mi accorgo che è stato stretto troppo forte e quando apro il dado vedo con sgomento dei trucioli uscire insieme all'olio. Il problema nasce quando vado a inserire nuovamente il tappo per poi rabboccare l'olio dalla parte superiore. Il tappo non stringe più, gira a vuoto. Dopo una serie di imprecazioni troviamo come soluzione una guarnizione liquida che avrebbe fatto il suo lavoro una volta asciutta.
Secondo problema, non ho olio per il cardano con me (va sostituito ogni 20.000km) e nemmeno gli attrezzi adeguati. Ora tocca trovare l'olio in giro per Mosca, ma sta per piovere e voglio partire, Siccome Tzack lavora anche con i trattori, dopo aver controllato le specifiche del mio olio, mi suggerisce di usare quello per trattori che lui ha nel capannone. Benissimo, vada per quello! Guarnizione liquida, olio per trattori e via che si parte!
La moto va da dio, Tzack mi accompagna con il suo scooter fino ai confini della città, ci salutiamo calorosamente e si parte verso la Cecenia.
Fuori Mosca mi fermo ad una stazione di servizio (quasi sempre servita nelle stazioni piu moderne) e faccio amicizia con il benzinaio che viene dall'Uzbekistan. Li a fianco c'è un chiosco che fa pizzette, panini e kebab dove io prendo un kebab per me e offro una Coca Cola al benzinaio che mi ringrazia mille volte. Anche qui tutti osservano me e la moto, urlando "italienski" e con il pollice in su. Faccio per lavare la moto, l'unica e ultima volta perchè poco dopo ho preso la pioggia in una superstrada dove l'acqua non defluiva e pensavo sarei morto. Due benzinai si sono avvicinati perchè hanno visto lo straniero in moto avere difficoltà con la macchinetta dei gettoni. A gesti mi hanno fatto capire come funzionava, poi curiosi mi chiedono da dove vengono e mi regalano 100 Rubli per una Coca Cola! Inutile è stato rifiutare..
dopo Mosca verso la Cecenia
Tula: essendo partito tardi da Mosca non ho voglia di fare tanti km, per cui mi fermo a Tula, una città a circa 200km da Mosca, cosi avrò il tempo per riposare, controllare la moto e cenare con calma. Ad oggi non ho ancora campeggato, le foreste stanno pian piano scomparendo visto che sto guidando verso sud, per cui la vedo difficile, complici anche i prezzi veramente bassi degli hotel!
A Tula prenoto un appartamento in centro dove c'è veramente di tutto e dove ho sotto casa il supermarket con prezzi stracciati. Mi compro un sugo da fare con le mie orecchiette, delle salsicce, uno yogurt, una birra e mi cucino tutto in casa.
Per trovare questo appartamento ho dovuto chiamare Tzack che mi faceva da traduttore con la proprietaria, perchè era un appartamento privato sito in una zona residenziale tutta uguale e gigantesca, per cui avrei dovuto da solo trovare il settore giusto, la scala giusta, inseire un codice alla porta che era difettosa, ma alla fine è arrivata la proprietaria che mi ha aiutato. Che difficoltà questa Russia, le persone sono ospitali e gentili ma sbuffano se li disturbi.
PS: per arrivare al settore giusto ho chiesto aiuto ad una vecchietta russa, io le portavo la spesa e lei mi dava indicazioni. XD
Saratov: anche oggi giornata tranquilla, le strade hanno sempre il limite di 90km/h, ci sono autovelox diffusi, ma sempre frontali, le foreste sono quasi scomparse e il caldo comincia ad aumentare. Attraverso l'app Ostrovok prenoto e pago in anticipo l'hotel di stasera.
Mi fermo a metà strada in un paesino dove c'è una caffetteria locale e dove i turisti non passano nemmeno per caso. Prendo un caffè con 100 rubli, faccio amicizia con il proprietario che mi chiede che giro faccio, e quando glielo mostro nella cartina quasi non ci crede. Si fermano altri russi, si chiacchiera un pò a gesti e parole, e via che si riparte.
Arrivo in tardo pomeriggio, parcheggio, saluto due motociclisti russi e cerchiamo di parlare e capirci come possiamo. Lui è emozionato nel vedere la mia moto colma di adesivi, forse si vergogna per il suo paese e del fatto che nessuno gli dia un visto turistico per poter uscire (il Rublo ha poco valore oggi per cui sarebbe una spesa folle per un russo medio).
L'hotel è economico ma ha la caffetteria, una cucina e il parcheggio esterno privato. Esco per andare in centro - alla città come sempre non manca lo stile sovietico - mi fermo a mangiare un hamburger e una birra molto buoni. Quando entro e cerco di farmi capire con il gesto di bere e mangiare, i ragazzi al bancone si trovano in difficoltà, quasi si vergognano. Aiuto! Ma per fortuna mi salva google translate.
Elista: che sorpresa! Questo piccolo paese è abitato da Kazaki, hanno la pelle piu scura e gli occhi a mandorla. Questa città è abitata da una comunità del Kazakistan (siamo vicini al confine) e ti porta in un universo parallelo. Uno stacco netto dalle facce russe ed è bello vedere tanti bimbi dai tratti asiatici che corrono felici.
Vedo anche le pagode, tra cui la bellissima Semi Dney, il Buddha gigante ed il tempio di Stupa Prosvetleniya.
L'hotel si chiama Mini Hotel Olimp ed è in pieno centro, nella zona del mercato. Qui faccio la conoscenza di una famiglia russa in vacanza e con i loro bambini compriamo del cibo per sfamare i gatti di strada. Poi ho conosciuto un altro signore simpatico che, strano ma vero, masticava un pochino di Inglese.
Dopo una bella doccia e il lavaggio dei vestiti, mi avvio al mercato, che purtroppo è in chiusura: vendono di tutto, dall'elettronica ai vestiti, al cibo e ci sono artigiani, sarti, chi aggiusta le cose ecc. Dei ragazzi giovani invece trasportano delle strutture in ferro su ruote dove sopra era posizionato il tendone da mercato.
Su Maps trovo un buon ristorante e tra le foto vedo la mia solita amata bistecca, per cui mi avvio immediatamente. Passo attraverso il parco con bellissime strutture colorate che ricordano la Cina e l'ingresso monumentale chiamato Golden Gate. Arrivo al ristorante e ordino il piatto che avevo visto, insieme alla birra. Tutti sono kazaki, dai clienti ai camerieri, il piatto arriva dopo un'infinità di tempo ma è buono e pago pure poco.
Finita la passeggiata me ne torno in hotel per la notte, domani si va in direzione Georgia.
Il mattino sopra il bauletto trovo un sacchettino con delle caramelle e un piccolo porta fortuna in legno. Purtroppo non saprò mai chi me lo ha donato, ma ringrazio tanto chiunque sia stato!
Direzione Beslan: poco fuori la città di Elista, il panorama si trasforma da laghi e foreste a deserto. Deserto senza sabbia ma deserto.
Lungo la strada noto delle bellissime bandierine colorate, simili a quelle dei monasteri nepalesi ed ecco infatti palesarsi un altro tempio buddista, in mezzo al nulla. Mi fermo per visitarlo ma era ancora chiuso, cosi faccio due passi nel giardino e attorno al tempio stesso.
Problema: a circa 15km da Beslan vengo fermato al posto di blocco di polizia federale. So che la Cecenia è una zona instabile e ci sono diversi controlli, ma 3 poliziotti mi fermano in malo modo, mi parlano in russo ad alta voce, mi prendono tutti i documenti e mi coprono la moto con un telo. Capisco subito che qualcosa che non va: mi accusano di essere in una zona vietata al transito per i turisti. Obietto dicendo che non c'erano cartelli, ma rispondono che l'indomani mattina avrei subito un processo veloce con relativa multa ed espulsione dal Paese. Quello che mi puzza è il fatto che mi tengono lì senza portarmi via, facendomi spazientire sotto al sole. Chiedo il permesso di chiamare il mio amico russo di Mosca e passo il telefono alla polizia; Tzack dopo 1h30 di chiamata li minaccia di chiamare l'Ambasciata italiana a Mosca e di mandare qualcuno li sul posto..dopi pochi minuti la polizia capitola, abbiamo toccato i punti giusti! Quando prendo in mano io il telefono, Tzack mi spiega che i poliziotti volevano estorcermi del denaro e quello di cui mi accusavano era una legge non più in vigore da qualche anno. Si conclude così dopo circa 3 ore questa terribile esperienza; la polizia mi consegna i documenti e mi lascia andare.
Su Facebook ero in contatto con Mauro, iscritto allo stesso gruppo di motociclisti, il quale sarebbe dovuto passare per Beslan dopo qualche giorno. L'ho subito avvertito della situazione e di non cedere alle minacce, anzi di minacciare la polizia di chiamare l'Ambasciata Italiana. Sta di fatto che anche lui ha dovuto affrontare la stessa situazione non essendoci strade alternative, ma è riuscito a liberarsi piu velocemente grazie a queste dritte.
PS: quando mi hanno fermato avevo la GoPro accesa che registrava, ma dopo qualche minuto l'ho tolta approfittando di un momento di distrazione; per fortuna non se ne sono accorti altrimenti avrebbero avuto qualcosa di concreto di cui accusarmi.
Breslan: questa città è uno degli obiettivi che non potevano mancare nel mio viaggio.
Nel 2004 dei separatisti ceceni, terroristi, hanno sequestrato una scuola con 1127 persone al suo interno, portandole nella palestra adiacente. Hanno installato bombe al suo interno, hanno torturato tutti lasciandoli senza cibo nè acqua per giorni interi, per trattare con il governo il rilascio di alcuni prigionieri. Il governo dette un solo ordine alla polizia: uccidere i ceceni a tutti i costi e il prezzo da pagare fu alto.
I ceceni uccisero alcuni ostaggi dopo aver fatto esplodere una bomba al suo interno (una di quelle installate sul soffitto). La polizia fece fuoco sui terroristi e sugli ostaggi, uccidendo bambini e adulti, un numero impressionante. Alcuno bambini vennero messi sul davanzale delle finestre per far capire alla polizia di non sparare alla cieca, ma vennero ugualmente uccisi. Ad oggi la palestra è diventata un museo terrificante, tutto bruciato con i muri trafitti dalle pallottole e, quando sono entrato io, c'erano delle mamme che piangevano i loro figli. Si trovano anche tante bottigliette d'acqua come un dono dei visitatori per i bambini morti di sete.
Del gruppo di 32 terroristi ne venne catturato solo uno, gli altri vennero uccisi. Delle 1.127 persone sequestrate ne sopravvissero 800, ma rimasero mutilati e feriti gravemente, alcuni anche orfani.
Consiglio a tutti di fermarsi in questa città e di visitare anche il cimitero "City of Angels", purtroppo molto toccante.
Prenoto un hotel, anzi un ostello con 8€ a Vladikavkaz, città al confine con la Georgia, pianificando l'arrivo al confine in 10 minuti per il giorno dopo. Sono le 19 e sono stanco, arrivo in ostello, il proprietario è simpatico, mi registra, guarda il visto e mi dice: "my friend, you have a problem. Your Visa expires today!"
Il mio visto scade oggi, non domani! Come ho fatto a non rendermene conto??
Partiva dal 6 Agosto, dura 10gg, scade il 16. Invece no, viene contato anche il 6 per cui scade il 15 a mezzanotte. Saluto, ringrazio dell'avviso e mi fiondo al confine con la Georgia.
Il confine lo si riconosce subito, sono tornate le montagne.
Poco prima c'erano i cammelli per strada, il caldo e il deserto, ora a pochi km davanti a me ci sono montagne rocciose altissime e verdi. Si sta per aprire un nuovo capitolo, la Georgia!
Georgia
Una volta raggiunto il confine, passo davanti a tutti con la moto e un poliziotto russo mi dice di fermarmi per la perquisizione. Non c'è molto traffico e una ragazza carina fa finta di controllare i bagagli e mi dice "goodbye". Mentre aspetto il controllo documenti il poliziotto di prima si avvicina, mi regala l'acqua e facciamo una bella chiacchierata. La ragazza al controllo documenti è molto bella, un pò arrossisce quando mi chiede conferma sulla mia nazionalità, mi chiede la carta di immigrazione, timbra tutto e in 20 minuti passo il confine. Veloci, efficienti, simpatici.
Lato Georgia c'è più traffico, aspetto per circa 20 minuti il mio turno, l'impiegato del controllo documenti non crede che io abbia visitato tutti questi posti timbrati sul passaporto (Iran, Thailandia, Malesia, Turchia, ecc. ecc.) e faceva storie. In pochi secondi gli ho fatto cambiare idea perchè mi stavo alterando e cosi passo il confine.
Il confine piu lugubre del mondo!
Dopo la frontiera il traffico è paralizzato, nemmeno con la moto riesco a passare; solo dopo un'ora si libera un buco e vado avanti. Sul lato destro della strada si palesa un cimitero di auto incendiate, ribaltate, smontate che viste di notte fanno paura! Ma il peggio deve ancora venire. La galleria che incontro è piena di camion, senza illuminazione, con delle voragini enormi..non so come abbia fatto a non cadere, la moto entrava dentro le buche per poi sgommare e uscire. Inoltre lo smog è devastante, non vedo l'ora di uscire. A testimonianza ho filmato con la GoPro questo inferno.
Eccomi in Georgia! E' ormai buio da un pezzo, non avevo previsto di entrare oggi ma domani mattina, per cui non ho prenotato nulla, cerco sulla mappa un punto tra i monti dove accamparmi. Trovo un piccolo monastero con il cimitero a fianco (ცდოს გიორგობის ხატი),. bene, vado li.
Strada sterrata, curve strette, arrivo nello spiazzo d'erba e monto tutto. Dentro la tenda ripenso alla giornata di oggi, che avventura! E sono già fuori dalla Russia!
Chiamo a casa e poi dritto a riposarmi. Buonanotte!
Quando apro la tenda alla mattina, davanti a me si erge una montagna enorme con un panorama è mozzafiato, il posto incantevole. Preparo la moka, ripiego le cose sulla moto e faccio colazione..mi sento una meraviglia, oltre che fortunato ad ammirare questi panorami.
La Georgia è piccola, in tre giorni si gira tutta. Guido per delle belle strade e mi fermo a mangiare i ravioli tipici con una birretta e altre pietanze, pago 10€ e torno sulla strada.
Faccio ancora dello sterrato per raggiungere un laghetto artificiale dall'acqua cristallina (Pansheti Swimming Pool and Mineral Water Spring).
Qualche cane prova ad attaccarmi e le strade sono state colonizzate da mucche e cavalli che mi costringono ad un continuo slalom, ma sento che sono tornato nel mondo normale. Posso pagare con la carta di credito, sono vicino alla Turchia per cui mi sento gia a casa.
Visito la bellissima Chiesa della Trinità di Gergeti facendo un piccolo trekking in salita sulla montagna per poi sbucare sulla strada che porta al parcheggio. Qui ci sono cavalli e sentieri che portano alle montagne, il paesaggio è veramente molto bello.
Dopo aver fatto il Jvari Pass, arrivo al Panorama Gudauri, un muro semicircolare con una terrazza panoramica sulla valle. Per arrivare qui trovo parecchio traffico (camion, camper, moto ecc) e devo sorpassare in sicurezza perché ci sono tornanti, salite e discese. Seguendo la stessa strada principale arrivo al Panorama of Zhinvali, Reservoir dove dai vari bar c'è uno splendida vista panoramica sulla diga.
Proseguendo sulla stessa strada vedo il Monument of 300 Aragvians, eretto in onore dei 300 coraggiosi soldati della regione di Aragvi che combatterono valorosamente nella battaglia di Krtsanisi nel 1795.
Qui vicino c'è una guest house dal nome Guest House Chinti 444 che ha le camere stile casa sull'albero con terrazza sugli alberi e vista sul parco sottostante. L'ho visto in un video youtube di un motoviaggiatore, ma purtroppo non mi sono fermato.
Tiblisi: sto per entrare a Tiblisi quando vedo un tipo strano su una Harley Davidson che mi suona e mi fa cenno di seguirlo con il gesto di bere qualcosa. Si chiama Tornike ed e presidente di un motoclub che comprende motociclisti georgiani, armeni, azerbaigiani e turchi; conosce tutti in caso dovessi avere qualsiasi problema. Prendiamo un caffè, parliamo un pò e mi da appuntamento per la sera insieme ad un altro italiano, Roberto, che abita e lavora da 18 anni a Tirana e sta girando la Georgia e l'Armenia come me.
Nel frattempo raggiungo l'ostello, pagato 8€ (Sity View) con parcheggio privato. Scopro che è gestito da un ragazzo disabile e io sono il secondo ospite da quando ha aperto pochi giorni fa e per fortuna sono da solo in casa. Si dimostra gentile ma un pochino apprensivo. Però casa sua ha una vista pazzesca sulla città e si posso stendere i panni al sole per cui ne approfitto per fare il bucato.
Dopo essermi riposato, raggiungo Tornike e Roberto in un bar in centro, molto carino, e tutti e tre ordiniamo una limonata. In Georgia c'è tolleranza zero per l'alcol, per cui rimaniamo lucidi, parliamo del paese e della parte occupata dai russi (si vede anche su Google Maps) e del più e del meno. Faccio conoscenza di Roberto che domani parte anche lui in direzione Armenia. Lo incontrerò nuovamente in Armenia giorni dopo.
Purtroppo ho visto poco di Tiblisi e uscendo dalla città il giorno dopo, vedo il Ponte della Pace, il canale con le chiese incastonate nella roccia e i sentieri. Ho scoperto tardi che ci sono delle grotte sul canale dove ci sono le riserve di acqua potabile, peccato! Ma ci ritornerò.
Nel frattempo mi sto avviando al border con l'Armenia a Sadakhlo e alla frontiera georgiana mi fanno una multa di 36€ perchè ho circolato senza assicurazione, che potevo farla quando sonè entrato qualche giorno fa ma non prendevano la carta (a Roberto si) e quindi me ne sono andato. Siccome per andare in Turchia dovrò rientrare in Georgia, mi hanno lasciato la multa da pagare in banca quando rientrerò successivamente.
Armenia
in Armenia è burocratico e molto lento, non è certo un bel biglietto da visita. Sono passato davanti a tutti con la moto, ma dopo il controllo passaporto ho dovuto parcheggiare la moto e andare dentro in ufficio a pagare in banca una tassa per circolare sulle strade. La banca non ha il pos per cui prelevo dall'ATM e una volta fatto devo consegnare la ricevuta all'ufficio di fianco che ci mette 20 minuti a registrare la mia moto. Il foglio A4 che mi rilascia va conservato fino all'uscita dal paese.
L'assicurazione? la farò in città più avanti, ho perso troppo tempo e fa caldo.
La strada che percorro passa in mezzo alle montagne, cerco una chiesa diroccata ma non la trovo per cui faccio dietro front in un villaggio sopra la montagna. Proseguo e mi fermo in bar moderno lungo il fiume, con wifi e pos.
Continuando il mio viaggio, vedo un ponte in ferro dove il camminamento è costruito con rottami, ferro e pezzi di legno assemblati insieme in modo pericoloso. Provo ad attraversarlo perchè mi intriga, ma dopo un pò desisto, meglio non rischiare.
L'Armenia non è male, ma non mi da proprio soddisfazione. Il paesaggio è deturpato da mega fabbriche abbandonate in mezzo alle montagne e sporcizia in giro; le persone però si dimostrano molto gentili.
La polizia gira con suv neri dalle mille luci - simili a quelli americani, davvero fighissime - e fermano auto qua e là. Sul Lago Sevan trovo anche 3 o 4 pattuglie in entrambi i lati della strada con le uci rosse/blu accese, sono un piacere vederle per strada. Spero comunque non mi fermino perchè devo ancora fare l'assicurazione obbligatoria...ops!
Il pomeriggio mi fermo in una guest house pagata 12€ a Sevan, sul Lago Sevan.
Per cena mi vedo con Roberto e la sua Honda. Andiamo sul lago, costeggiando la riva e fermandoci qua e là a vedere le moto d'acqua, la gente fare il bagno e delle specie di rave party nei boschi vicino l'acqua.
Ci fermiamo a cena in una taverna e ordiniamo spiedini alla griglia, carne, antipasti ecc ma paghiamo 56€, una bella botta ma il posto e fantastico, sia per il cibo che per la vista.
Saluto poi Roberto, che lo rivedrò a Salonicco un paio di giorni dopo il mio ritorno.
Il mattino seguente saluto il proprietario della guest house, molto gentile e mi scatta mille foto sulla moto mentre parto. Mi fermo alla Liga Insurance dove con 4€ faccio l'assicurazione per 15gg e mangio in un fast food, dove ordino un filetto di trota (molto buono) e un piatto strano con una pastina, carne di agnello e delle ossa (questo un po meno buono). Quando vado per pagare non hanno il pos, il tipo che griglia urla qualcosa e un suo dipendente mi accompagna ad una banca li dietro,
Davanti al fast food c'è la FastBank, che ha la connessione gratuita, come tutte le banche in Armenia e in Georgia! Basta avvicinarsi all'ingresso e connettersi gratuitamente.
Riparto, oggi la giornata sarà intensa, ho in programma un lungo tour.
Prima tappa il monastero di Sevanavank che si affaccia sul Lago Sevan, molto bello.
Mi fermo in una piazzola che ospita un vagone del treno colorato; poi uno stop ad una piccola chiesetta sopra la collina e prendo la strada che porta in direzione del Caravanserraglio di Orbelian. Per raggiungerlo si passa tra alte valli ricche di curve e di buche, ma le strade sono in rifacimento per cui spesso si viaggia per chilometri sulla ghiaia. Il caravanserraglio è bellissimo, l'ingresso è gratuito perchè è molto piccolo. All'esterno la vista panoramica è magnifica e si può vedere per chilometri in lontananza le valli e le strade.
Percorro successivamente la strada a ritroso per fermarmi al Zvartnots Museum-Reservation, nel paese di Artashavan ai piedi del Monte Aragats, sito archeologico Unesco che rappresenta una cattedrale antica a pianta circolare distrutto poi da un terremoto. L'ingresso costa poco e un signore mi apre il cancello per parcheggiare proprio davanti all'ingresso. Fa abbastanza caldo in pianura e il sito è completamente all'aperto sotto al solo, dopo mezz'ora di visita torno alla moto soddisfatto.
Anche l'Armenia è molto piccola, visitabile in tre o quattro giorni come la Georgia. Decido di visitare l'Armenian Alphabet Monument, uno dei siti gratuiti più famosi. Niente di che, si arriva in moto li davanti e si passeggia tranquillamente tra le varie lettere dell'alfabeto armeno e qualche statua. Però è da visitare perchè si può incontrare qualche armeno e fare amicizia. Inoltre il popolo armeno ne va orgoglioso e lo ritiene di grande valore perchè celebra l'alfabetizzazione.
Quando finisco è pomeriggio inoltrato, ma c'è ancora luce e voglio accamparmi. Navigo un po sul gps e vedo una bella montagna dove sul cucuzzolo è presente un laghetto, dal nome Kari Lake. Imposto il navigatore e mi avvio. Passo in mezzo a villaggi vari, prendo delle buche che me le ricorderò a vita (sia io che la moto) e comincio a salire sempre più in alto, sempre più in alto, sempre più in alto finchè comincio ad avere molto freddo. Mi fermo per mettermi maglia termica, calze termiche, guanti invernali e riparto. Lo spettacolo è assicurato, le buche anche, le curve mi fanno divertire e i paesaggi sono una meraviglia indescrivibile. Si vede anche della neve.
Mentre continuo a guidare e ad ammirare il paesaggio noto dei pastori e delle tende, tende da nomadi molto spesse e grandi. Tra me e me dico che questi pastori che vivono quassù non stanno per niente male (forse).
Problema assai grave in Armenia: i cani. Non semplici cani che cercano di morderti in città, ma che non hanno mai ucciso nessuno. Cani da pastore enormi e assetati di sangue! Corrono giù per le colline alla massima velocità quando mi vedono arrivare sulla moto, mi saltano addosso, abbaiano e mostrano i denti e cercano di bloccarmi la strada.. ho avuto per ben due volte davvero paura! Se mi avessero fatto cadere non so cosa poteva succedere. E se fossi stato in bici o in Vespa?
Nonostante ciò mi va bene, arrivo in vetta dove si trova il lago ma faccio fatica a respirare, sento molta fatica. Faccio le foto e poco sotto al lago vedo uno spiazzo enorme con un altro lago e diverse persone che hanno la tenda, grigliano, ridono e ballano. Che bello! Stanotte mi accampo qui anche se gela, non sono da solo! Mi avvio di sotto e devo solamente fare la discesa con un po di breccia e qualche roccia nel mezzo. Mi sposto con la moto un pò a sinistra, faccio discesa, mi si inclina la moto con i suoi 400kg e niente, non la tengo. La moto cade.
Chiamo aiuto e arriva un gruppo di armeni ubriachi che mi aiuta tirarla su - io da solo non posso farcela, sono a 3.150mt e sento di avere poche energie.
Per farla breve: tiriamo su la moto, pianto la tenda, vado da loro per ringraziarli nuovamente e mangiamo e beviamo insieme. Un pò a gesti e un pò con l'inglese maccheronico ci capiamo. Mi danno da bere una loro grappa fatta in casa che sembrava diesel, in un bicchierino di plastica tutto sporco di cibo ma non posso rifiutare, butto giu e mi manca il respiro. Quasi si spaventano, ma io sapevo che sarei stato male.
Finita la bagarre, torno in tenda, mi vesto a cipolla perchè la temperatura è diventata presto proibitiva, i miei vicini accendono un fuoco e dalla tenda ascolto la loro musica. Pian piano tutti sono andati via, col cavolo che dormo in compagnia di altre persone penso tra me e me nella tenda.
Sento i ragazzi che mi hanno aiutato a tirare su la moto che fanno fatica a risalire la salita con la macchina perchè le ruote slittano e due di loro spingono. Speriamo bene per domani che sarò solo..................
I miei nuovi vicini si godono il fuoco, il vino, i formaggi e la musica. Ad un certo punto dalla mia tenda sento la cassa della musica fermarsi e Siri pronunciare: °fratello, non hai freddo li dentro?° Esco con la testa dicendo °i'm ok, thank you°.
Mi invitano e bere e a scaldarmi con loro, cosi passo altre due ore in compagnia mangiando formaggi e salumi davanti al fuoco, chiacchierando normalmente in inglese con tutti. Presto vanno via anche loro, rimango io e la mia tenda, in lontananza anche un camion-camper ma non si vede affacciarsi nessuno. Diciamo che sono solo, al freddo, speriamo di sopravvivere.
E' notte, c'è silenzio, un pò ho dormito ma sento qualcosa muoversi. E' un cane enorme e lo capisco quando comincia ad abbaiare e ululare per tutta la valle. Se mi giro nella tenda, faccio rumore, quindi resto immobile; il cane corre per due ore ininterrotte a inseguire non so che cosa, si avvicina alla tenda e si ferma, io ho gli occhi spalancati ma comunque mi sento al sicuro. Penso con orrore che potrei ritrovarmelo fuori dalla tenda quando mi suona la sveglia, e a quel punto che faccio?
Per fortuna mi addormento quando non sento più abbaiare e mi sveglio all'alba senza il cane, ma con il pastore e le pecore che pascolano felicemente. Lui si avvicina, ci presentiamo, non parla inglese ma guarda la moto e mi chiede nella sua lingua da dove arrivo. Italia. Sorride.
La salita per tornare sulla strada riesco a farla senza intoppi, ma penso già al secondo ostacolo che mi aspetta. Come pensavo i cani pastore del giorno prima mi sentono arrivare ma stavano dormendo, corrono giu per le colline come pazzi, sono enormi e per niente coccolosi. Un San Bernardo si mette in mezzo alla strada a denti stretti, gli altri sono rimasti indietro quindi accelero e scappo via! Passo anche l'altro lato della valle con altri cani che mi guardano e basta. Ce l'ho fatta, godiamoci il panorama. Direzione Georgia.
Georgia
Direzione Batumi!
Questa è una delle città che volevo assolutamente visitare. Il gps mi manda in direzione della frontiera a Bavra, passando per Gyumri. Questa frontiera è grande ma vuota, solo io e un russo in macchina. Chiedo di pagare la multa che avevo dietro per non aver avuto l'assicurazione, in quanto in frontiera è presente una banca. Il tipo al bancone non parla inglese e non ha il pos, ed io gli faccio °sei una banca, non hai il pos??° Esterrefatto prendo la moto e vado via.
Sono di nuovo in Georgia, con le mucche e i cavalli in mezzo alla strada, alla ricerca di una banca per pagare la multa. Ne trovo una, faccio la fila sporco e puzzolente perchè non mi lavo da due giorni, nero in faccia, ma quando arriva il mio turno la ragazza mi aiuta a pagare la multa alla colonnina automatica. Si paga cash (mannaggia a loro), quindi mi sposto all'ATM li di fianco ma hanno finito il contante.
Devo andare in un'altra banca dove, passata una mezz'ora, riesco finalmente a pagare questa maledetta multa che al confine con la Turchia nemmeno mi hanno chiesto!!
Problemi in Georgia: le strade in costruzione!
Passato l'ultimo villaggio la strada cominci a salire, sbaglio strada un paio di volte, arrivo in un villaggio in quota e chiedo ad un signore la direzione per Batumi: gira a destra e sempre dritto.
Qui comincia il cantiere, tutta ghiaia spessa che sprofonda come sabbia, per chilometri e chilometri tra discese, tornanti, salite fatte a 10km-h, rischiando di cadere ogni secondo; camion che sfrecciano e io che divento tutto bianco. Macchine che mi sorpassano a pelo per dispetto obbligandomi a fermarmi sulla destra. Semafori, fango, polvere, ghiaia, camion. Il navigatore mi da 100km per Batumi e vedo la polvere alzarsi tra le montagne, non sembra finire qui. Il clacson non funziona, devo smontare i connettori e pulirli dalla polvere, la ruota posteriore fa un rumore strano, la polvere forse si è insinuata nel cuscinetto, il cardano perde olio, una buca mi constringe a fermarmi perchè penso di aver piegato il cerchione.
Mai più, sono stanco, voglio tornare a casa! HO FINITO LE ENERGIE e sono incazzato. Maledico la Georgia e le sue strade, le persone, tutto e tutti.
Faccio ancora non so quanti chilometri poi inizia l'asfalto, urlo di gioia in piedi, sensazione impagabile. Ricomincia il cantiere, poi asfalto fino a Batumi.
Sceso a valle spalanco il gas tra le curve lungo il fiume e mi fermo in un paesino per comprare un gelato, fa caldo. Un signore mi vede come un sopravvissuto di guerra, mi da acqua per lavarmi la faccia e togliere la polvere dalla moto. Mi fa sedere davanti al suo negozio a mangiare il gelato e parliamo con il traduttore sul telefono. Ringrazio questo momento e torno in me.. alla fine i georgiani non sono poi cosi male, solo le strade!
Prenoto una guest house su Booking per 11€. Arrivo a Batumi con il tramonto sul Mar Nero, spettacolo unico! Traffico, animali in mezzo alla strada, cani, gatti, mucche e cavalli dappertutto anche nei parcheggi e in mezzo alle corsie.
Problema da risolvere: devo fare l'assicurazione alla moto! Sto cercando un ufficio da quando ho passato la frontiera e la trovo ora grazie al gps vicino ad un benzinaio. E' un gabbiotto con una signora simpatica che con pochi euro mi fa l'assicurazione per 15gg,. peccato che domani sarò già in Turchia, ma non voglio altre multe.
Per cercare la guest house devo recarmi a Orta Batumi (letteralmente Batumi Alta) immersa in una specie di giungla. Il navigatore mi fa perdere e un cane ne approfitta per attaccarmi..invece di mettere la prima e accelerare, la moto va in folle e mi ritrovo i denti del cane a due cm dal viso; urlo e sgaso. Finalmente trovo la guest house dopo un'ora di giri in tondo tra salite, discese, strade chiuse e cani, sono esausto!! Quando mi presento, la signora mi dice che sono chiusi. Bene! Che giornata di M.....!!!
Prenoto qualcosa di simile nelle vicinanze ma anche questa guest house è difficile da trovare. Il navigatore mi dice di entrare in questa via che porta ad una casa. Scendo mi presento ma non sono loro, è una casa privata! Il ragazzo mi dice di scendere e mangiare con loro sul retro, faccio cosi amicizia con questi due ragazzi che fumano e lanciano le sigarette nel loro giardino, mi danno della carne grigliata e del vino fatto dallo zio (presente con noi) che sa di aceto ed è stipato in bottiglioni di plastica dalla dubbia qualità e resistenza. Dopo un'ora mi indicano la guest house proprio dietro casa loro, che si rivela essere del cugino di uno di questi. Mi danno una bella camera privata, faccio il bagno, lavo i vestiti e mi metto a dormire.
E Batumi?
La mattina seguente metto la sveglia all'alba, faccio un giro in spiaggia e mi sorprendo a vedere gruppi di ragazzi che si allenano al parco fronte mare, o nelle palestre all'aperto. Trovo quello per cui sono venuto a Batumi: la Statua di Ali & Nino, le due statue che si muovo e ognuna entra dentro l'altra in un giro di illusione ottica.
Le due statue rappresentano un giovane musulmano innamorato di una ragazza cristiana e questo monumento è un loro memoriale.
°Una incredibile metafora della relazione, un uomo e una donna, ognuno ha dei pieni e dei vuoti, sono distanti, si avvicinano e nel momento dell'incontro, del loro bacio, i loro corpi si completano, l'uno riempie i vuoti dell'altra e in quell'istante, solo in quell'istante diventano uno. Poi il meccanismo gira, pur lentamente, si allontano ancora, ognuno compie il proprio viaggio, ognuno torna a sentire i propri vuoti fino all'incontro successivo. L'opera rappresenta l'incontro tra due culture, tra due mondi che si compenetrano ed è ispirata ad una splendida quanto tragica storia d'amore, ma dell'amore è una incredibile e costantemente attuale metafora.°
Vedere tutto questo al mattino presto non ha prezzo, ma purtroppo le statue erano spente. E' tempo di partire verso l'ultima meta e 23esimo Paese, la Turchia.
Turchia
Il confine Georgia-Turchia sul mare e molto suggestivo, anche se fa caldo.
Da Batumi si procede per Sarpi, sono circa 15 minuti, su strada affacciata sul mare, qualche bar dove fare colazione e una cascata con due statue strane poco prima del confine.
Il mare e piatto, il tempo e bello.
Arrivo al confine dalla parte georgiana ma il traffico e lento, qualcosa blocca le auto e con la moto non riesco a superare. Praticamente ci sono tre file ma che si chiudono a imbuto causando un ingorgo. Sono sotto al sole e non mi piace.
L'uscita dalla Georgia e facile, nessuno mi chiede prova del pagamento della multa ma volendoci ritornare, non voglio avere sorprese e magari un debito che ha maturato degli interessi. Poi arrivo in Turchia, solita trafila, molto efficienti ed entro nel Paese.
Subito si palesa una moschea, mi fermo per una foto.
Siccome il cardano non mi fa stare tranquillo - vedo che ogni tanto perde olio - devo decidere che strada fare. Se tornare a casa costeggiando il Mar Nero ed essere li in un paio di giorni, oppure seguire il mio itinerario verso il Monastero di Sumela, Dark Canyon, Monte Nemrut vicino alla Siria, poi Ankara, Burj el Babas, Salonicco.
Una volta che sono qui, voglio vedere il più possibile; è l'ottava volta che vengo in Turchia e ormai la conosco come le mie tasche ma la parte orientale no e voglio anzi devo visitarla. Per cui vado a Trebisonda e da li prendo l'uscita per il Monastero di Sumela.
Monastero di Sumela: Trebisonda è una bella città sul mare, tante moschee di cui una grande, la Pazarkapi Moschea. Il caldo patito al confine mi fa venire voglia di proseguire nelle montagne per il monastero senza fermarmi in citta, ci ritornerò con la famiglia.
Dal confine a Trebisonda ho costeggiato il mare con un bel panorama. Purtroppo ci sono le discariche proprio ai bordi della spiaggia e sotto ai monti, esce del fumo e si respira odore acre. Bruciano l'immondizia fronte mare.
Poco prima di Trebisonda, ci sono dei gazebi dove ci si puo fermare a mangiare e c'e pure l'acqua corrente. Prendo l'uscita per il Monastero di Sumela, faccio il pieno di benzina e nel giro di poco arrivo al grande parcheggio (a pagamento). La strada che porta sotto al monastero e percorribile a piedi o con navetta (a pagamento).
Parcheggio la moto e pago 80LT, poi faccio la lunga fila per comprare il biglietto della navetta sotto al sole 60LT.
Punto 1: c'e da camminare anche in salita sulle scale di roccia, a me va bene, ma non viene comunicato e ho visto persone anziane fare fatica e lamentarsi di questo.
Punto 2: decine di minivan a diesel che inquinano e rendono l'aria irrespirabile.
Punto 3: si paga per la terza volta ed e per l'entrata al monastero. Tutto sotto al sole, la gente che sudava e si bagnava con le bottiglie d'acqua. Io compreso. Due file, mi metto sulla prima. Quando e il mio turno faccio per pagare con la carta ma era l'altra fila, quella e solo cash. Sono gia incazzato, nero.
Prendo il biglietto dal costo di 23€ e salgo su. Un putiferio di persone che bloccano tutto, chi fa le foto per Instagram, chi si ferma a fare video e ci lascia bloccati sulle scale sotto al sole, bambini che gridano, ragazzini che giocano a nascondino, nella piazzetta dentro al monastero c'e il bar. Una ragazza gira in pantaloncini corti e magliettina. Per vedere qualsiasi cosa devo aspettare che la foto per Instagram perfetta, altrimenti guai a passare.
PS: siete mai stati al Monastero dell'Isola greca di Amorgos, Holy Monastery of the Virgin Mary Chozoviotissa? Isola poco turistica, si arriva a piedi al monastero guardando il mare azzurro a strapiombo, si entra in punta di piedi e si puo parlare con il monaco che offre ai viaggiatori ristoro e una bevanda tipica dell'isola.
Invece rimango deluso dalla confusione qui a Sumela, chiasso su chiasso, basando tutto sul Dio Denaro.
Peccato, sono rimasto deluso, costa troppo e non ne vale la pena. Ma questa è una mia opinione personale. Forse se avessi avuto il tempo di raggiungere il monastero a piedi dal parcheggio, sarebbe stato differente.
Devo cercare un posto per dormire. Ci sono un sacco di montagne qui attorno, foreste, posti nascosti. Ma ho sudato troppo oggi e quindi voglio stare tranquillo in una camera da letto e farmi una doccia in santa pace. Su Maps trovo questo hotel in cima ad una montagna, 16km di distanza, costa poco, circa 23€ per cui prenoto attraverso Booking (mi fido poco dei turchi e del loro pos rotto e il cambio sempre a loro favore). Con la moto percorro i 16km tra curve, tornanti strettissimi, sterrato, ecc e arrivo al Meşeiçi Aile Oteli & Restoran, un luogo da film, con la terrazza panoramica sulle montagne e a strapiombo sulla valle sottostante! Indescrivibile! Il titolare e un tipo stranissimo, parla, mi coccola, mi fa sedere sul divanetto in terrazza e mi serve il chai. Qui si ferma il tempo, non riesco a staccare gli occhi dalla visuale che ho davanti, vengo rapito immediatamente. Alla fine ceno li (anche perchè dove potrei andare?), con pesce, riso e insalata.
Alla fine per una camera privata con bagno, moderna e ben fatta, cena, colazione e litri di chai ho pagato 45€
Dark Canyon: la mattina seguente, dopo la colazione, parto in direzione del Dark Canyon a circa 330km. Sono anni che voglio andare! Basta scrivere il nome su Maps e seguire il navigatore. La strada è bellissima: si passa dal verde delle foreste alla roccia multicolore. Dopo qualche ora arrivo al fiume Eufrate, si, il famoso Eufrate che nasce in Turchia e finisce in Mesopotamia (Iraq). Qui si incontrano i primi bar/ristoranti affacciati sul fiume, che si trova in basso rispetto la strada.
Una volta raggiunto il ponte in ferro, al bivio si deve girare a destra dentro ad un tunnel. Qui parte il Dark Canyon, una sorta di tunnel senza luci scavato nella roccia, dove ogni tanto c'è un passaggio all'aperto o una apertura nel muro dove si possono ammirare le montagne di roccia e in basso il fiume azzurro. Qualche volta spuntano le capre di montagna che vanno a bere nel fiume (me lo fa notare un gruppo di ragazzi/ragazze quando entrambi ci fermiamo ad una fontana naturale da cui sgorga acqua potabile). Dove non c'è la luce naturale che illumina il tunnel, ci sono i miei fari e fendinebbia, la strada non è asfaltata ma è tutta roccia e ghiaia battuta. Poco dopo arrivo allo spot più fotografato di tutto il canyon, ovvero le due rocce altissime spaccate a metà dove si può fare la foto con la moto parcheggiata al centro. Non è facile arrivare qui, a causa della strada molto stretta a strapiombo sul fiume, dei sassi e del peso della moto.
Da qui posso tornare indietro oppure proseguire attraverso i tunnel e arrivare a Sivas, tappa per la notte. Ho provato a cercare un hotel ma ho voglia di campeggiare, per cui non ho fretta. Decido di proseguire per il canyon e i suoi tunnel, parto e mi faccio gli ultimi km (in realtà non e un canyon lunghissimo da percorrere), finche non arrivo all'uscita e incontro l'asfalto. Mi sento soddisfatto, oggi e stata una delle giornate piu belle del viaggio; a parte per il luogo magnifico, mi sono divertito a fare off road un po impegnativo (almeno con la mia moto).
Procedo per Sivas, la strada diventa tutte curve, il caldo mi mette a dura prova ma proseguo. Come spesso accade vado un po forte (niente di preoccupante), la moto è instabile e i freni insufficienti colpa del peso, a volte nemmeno ben distribuito. Mentre faccio una piccola discesa vedo una curva destra, freno un po all'ultimo, la moto si allarga fino alla corsia opposta, rimango in bilico qualche centinaio di metri nella corsia opposta a ridosso del fossetto che maledettamente ha molta pendenza. Dopo qualche secondo a fare il giocoliere sulla moto finisco fuori strada, la moto comincia a sbandare, lo sterzo si chiude e mi ribalto finche la moto non si ferma e gira su se stessa e punta dalla parte in cui arrivavo. Tutto cosi veloce, un attimo.
Mi alzo e sento che il pede e caviglia sono doloranti, mi trovo in una specie di deserto sotto al sole cocente e non passa una macchina. Mi metto in mezzo alla strada, guardo la moto che sembra un cadavere di ferro, le borse si sono staccate, la borsa serbatoio con documenti, soldi è volata via. E' la mia prima caduta da quando ho la moto, sono senza parole ma prima o poi poteva succedere. Aspetto nella speranza che passi qualcuno.
Dopo mezz'ora vedo arrivare una macchina, sono i ragazzi che ho incontrato prima al canyon, agito le braccia e loro mi vedono. Quando si fermano e mi riconoscono sgranano gli occhi, non potevano crederci che fossi io quello in mezzo alla strada con la moto ribaltata. Mi aiutano a tirarla su, in quattro riusciamo a metterla dritta e portarla in carreggiata. Non so per quale miracolo, la gabbia di ferro paramotore insieme ad un'altra protezione laterale accessoria e le borse laterali piene di roba hanno salvato la moto per intero!! Nemmeno un graffio, nemmeno il manubrio ha toccato terra e ho fatto una botta assurda a circa 60km/h! Una delle ragazze si avvicina, mi da la borsa serbatoio, la borsa grande e la pedalina destra. Solo quella si è rotta.
E adesso?? dove metto il piede??
Mi rimetto in strada ancora tremolante, la moto si accende al primo colpo, tutto ok! La gamba la stendo sulle protezioni laterali per cui il viaggio non è andato perduto. A gran velocità lascio il manubrio senza mani, niente tremolii o vibrazioni, ho avuto una fortuna inimmaginabile!!!
Ora i problemi sono due: con la pedalina mancante non è comodo viaggiare e la ruota posteriore è sporca di olio. Quindi ho due possibilità: procedo verso la Siria fino al Monte Nemrut (dove a Salonicco Roberto mi dirà che ne vale davvero la pena), oppure tirare dritto verso casa. Volendo evitare danni irreparabili al cardano e riuscendo a guidare con la punta del piede destro sul moncherino della vecchia pedalina, decido che l'indomani sarei andato a casa. Mi fermo sopra una collina e pianto la tenda, al supermercato ho comprato una salsiccia, una salsa e qualcosa per la colazione. Qui un tramonto bellissimo mi fa compagnia e la notte passa velocemente.
Burj Al Babas: ultima tappa! Domani sarò a casa. Potrei fermarmi a Edirne al confine e ripartire con calma arrivando a Salonicco il giorno seguente. Intanto proseguo per questo posto strano e affascinante. Si tratta di una zona residenziale abbandonata in mezzo alla foresta; per arrivarci le strade sono bellissime e ho incontrato due olandesi in moto. Burj al Babas é particolare perché le case sono tutte uguali e la forma replica i castelli francesi. Purtroppo il progetto fallì e ora è diventato un luogo turistico, anche se non si può entrare e ci sono dei guardiani che tengono lontane le persone perché entrare nelle case potrebbe essere pericoloso. Dalla strada si riesce a vedere bene tutto. Mi ricorda un luogo della Disney!
Alle spalle di questo posto c'è una bella foresta e guardando la mappa scelgo un punto comodo da raggiungere in moto. Dopo circa dieci minuti entro nella foresta seguendo la strada fatta di sabbia e roccia. Trovo un luogo sicuro dove piantare la tenda e vedere la cittadina dall'alto, insieme al tramonto. Con me non ho niente da mangiare, mi metto su youtube per ascoltare un podcast e faccio due passi. La stanchezza prende il sopravvento e dopo poco mi butto dentro la tenda a dormire. Il viaggio sta finendo e mi prende un po' di malinconia...
Arrivo a Salonicco: sveglia alle 6, voglio raggiungere a Edirne al confine turco-greco, sono tanti km per cui mi metto subito in viaggio, Faccio colazione in un posto isolato per camionisti dove sono l'unico turista. Mangio uova, pane e formaggio con miele e chai a volontà.
A metà pomeriggio sono a Edirne, faccio il pieno di benzina e compro qualcosa da mangiare. Il navigatore però mi fa sbagliare e passare per Ipsala - il confine più grande e trafficato a sud - però me ne accorgo a metà strada per cui ho guidato fino Edirne inutilmente. Non c'è traffico per fortuna, solo poche macchine che sorpasso arrivando in testa dove faccio amicizia una coppia di italiani in moto. Passiamo il confine insieme, loro si fermano per la notte a Kavala, io vado a casa diretto. Quando passo per Alexandropulis - zona colpita dagli incendi la scorsa estate - vedo le montagne nere con tutti gli alberi bruciati, la scena è spettrale. Pian piano si fa buio e a circa mezz'ora da Kavala vedo della luce arancione muoversi sopra una montagna alla mia destra. E' un incendio enorme che si sviluppa dal lato opposto e sta arrivando da questa parte, le persone e le macchine sono ferme in una piazzola a vedere questo brutto spettacolo.
Finalmente sono arrivato a casa, scendo dalla moto e guardo il contachilometri. 16.150km. E sono vivo e vegeto..ma sfinito!
Grazie vita, grazie moto per questa magnifica esperienza.
Qualche giorno dopo porto la moto nella concessionaria ufficiale Yamaha, chiedendo un tagliando completo (olio, filtro, olio cardano, tappi olio nuovi, liquido frizione, freni e liquido freni, controllo raggi, controllo sterzo, filtro aria, pulizia valvole e regolazione, cuscinetti e pedalina nuova). Potrei fare tutto questo da solo ma non ne ho voglia. Costo totale: 750 Euro.
Sono anche curioso di togliere il filtro benzina Guglatech per vedere quanto schifo c'è dentro...
PS: mando un abbraccio a tutte le persone che ho conosciuto per strada, qui alcune con cui ho fatto una foto insieme ❤️
Suggerimenti utili:
Documenti necessari: passaporto valido per la Russia, Georgia e Armenia. Per la Russia, il passaporto deve essere integro e non avere nemmeno un angolo della pagina piegato, altrimenti potrebbero non farvi entrare.
Dove dormire: scegliere hotel di fascia medio alta perchè le condizioni di pulizia non sono le migliori, ma dipende dal budget. Si può anche campeggiare liberamente nei Balcani (senza essere troppo in vista) e dalla Finlandia in su. Si potrebbe campeggiare anche nei laghi a nord della Russia (zona Murmansk); non ho visto pericoli, i russi sono ospitali ma il costo basso degli hotel vi farà optare per prenotarne uno.
Simcard e internet: per chi può installare la sim elettronica sul telefono, è possibile acquistarla su internet (io ho usato Yesim), per la Russia, Georgia e Armenia. Questo vi eviterà di perdere tempo e di consegnare il passaporto in un negozio a chi non si conosce. Inoltre, la sim elettronica aggira le restrizioni!
Cambio valuta: solo in Russia non funziona la carta, per cui alla prima banca potete farvi cambiare i soldi tranquillamente a patto che siano integri e non rovinati. Potete chiedere anche una carta di credito russa con cui potete pagare dappertutto, anzi viene preferita rispetto ai contanti perchè i russi pagano con la carta al 99%.
Accessori moto obbligatori: gilet catarifrangenti per i paesi in cui è obbligatorio, utilissimi il kit riparazione pneumatici e il kit gonfia pneumatici. Sacco a pelo pesante se si campeggia ad alta quota (come successo a me al Kiri Lake). Tanica di benzina inutile se si sta un pò attenti (in Finlandia stavo per rimanere a piedi). Filtro benzina extra utilissimo in quanto in Russia o paesi simili la benzina può essere sporca o contaminata dall'acqua.
Assicurazioni: per la Russia ho fatto l'assicurazione medica e legale assieme a quella per la moto, non si sa mai. In Georgia e Armenia per la moto da fare in loco.
Generale: evitate di farvi condizionare dalle persone o dalla tv perchè entrare e viaggiare in Russia comporta pericoli come viaggiare in Italia o in Europa.
Se vi servono altri consigli o spiegazioni, contattatemi!!
Itinerario in mappa:
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